In questi anni Bucci ha gestito gli spazi cittadini mettendo il profitto di pochi davanti all’interesse delle persone. Ha moltiplicato supermercati e spazi commerciali, favorito l’insediamento di aziende come Amazon e consentito speculazioni edilizie. Queste decisioni determinano la direzione della città e hanno dirette conseguenze: a partire dall’offerta strutturale di lavori di bassa qualità.
Nel frattempo abbiamo visto moltiplicarsi le ordinanze che si accaniscono contro le persone più emarginate: dalle multe a chi chiede l'elemosina e i dissuasori di seduta fino alle regole contro artiste e artisti di strada e al sanzionare chi mangia o beve una birra. Un complesso sistema di norme e azioni che rendono la nostra città ostile e poco inclusiva.
Vogliamo recuperare gli enormi spazi industriali abbandonati, con l’obiettivo che in ogni quartiere della città aprano nuove attività che favoriscono le relazioni tra le persone; luoghi destinati ad attività culturali, artistiche, economiche, di condivisione e di aggregazione. Spazi prima di tutto per chi è giovane ma che possano essere fruibili per tutte le persone.
Vogliamo anche affermare il diritto al divertimento, all’aggregazione e alla socialità, non solo per chi è giovane e in tutti i quartieri della città. Genova, come tutte le grandi città, deve vivere 24 ore su 24 garantendo servizi, mobilità, offerta culturale e di intrattenimento.
Cambiare le politiche che determinano le possibilità d'uso degli spazi della città apre infinite possibilità. Abbiamo deciso di iniziare da uno strumento che esiste già e semplicemente non viene sfruttato.
In prospettiva vogliamo parlare di spazi abbandonati e case sfitte, enormi risorse della città che Bucci utilizza solamente per favorire speculazioni edilizie o nuovi supermercati. La strada invece è sfruttare questi luoghi abbandonati per promuovere socialità, cultura, attività lavorative e economiche basate su una idea democratica e egualitaria dell'economia.
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